Nel sotterraneo del Campus Center dell’Università di Massachusetts si trova un gruppo di universitari. Sono sopratutto non retribuiti, malnutriti, esausti e oberati, ma da Domenica a Mercoledi, riescono a produrre il Massachusetts Daily Collegian. Di per sè, questo è un semplicemente un miracolo.
Gli studenti trascorrono ore e ore distesi o seduti in questa stanza piena di divani di un decennio fa e soffitti coperti con ritagli degli anni passati. I muri sono ingombrati da firme e lettere, cassetti pieni di negativi degli anni Settanta e anche un povero, dimenticato paio di scarpe.
Questo spazio disordinato è una redazione molto amata. È molto di più di un posto di lavoro, ma è una casa per colonnisti, scrittori, traduttori, fotografi, artisti, redattori, anime in pena, e sopratutto, per chiunque ne abbia ne bisogno.
Quando ero una matricola, mi sono ritrovata cosi per caso giù dalla scala mobile dentro questa camera nascosta. Mi sono ritrovata tra file di computer che funzionano raramente e mi sono seduta al centro di un divano che aveva visto di tutto. Ho guardato in alto, verso le luci fluorescenti, e i miei occhi hanno incontrato una mattonella del soffitto. La mattonella era ricoperta dalle firme dei precedenti membri del Collegian, cosi vecchio come quando il mio papà era uno studente. Per essere chiari, queste firme sono qui da molto molto tempo.
Non e’ stato molto tempo fa che questa redazione e’ diventato il luogo in cui ho incontrato la mia migliore amica, il mio attuale coinquilino e, non per essere melodrammatica, i mentori che mi hanno aiutato a crescere sia come studentessa che come persona. Qui ho ritrovavo il sorriso durante alcuni dei miei giorni più grigi. Ho trovato il massimo sostegno ogni qual volta ho affrontato situazioni difficili al campus. E non sono da sola quando dico che la redazione da’ a tutti l’opportunità di diventare scrittori migliori e persone migliori.
Ma questa Domenica, ho scoperto che al posto dei restauri che dovevano essere fatti alla Student Union, la redazione del Collegian sarà usata come un magazzino, obbligandoci, quindi, ad andare via. A differenza di altre organizzazioni tenute dagli studenti e altri club nella Student Union, il Collegian è stato informato con un avvertimeto di meno di due settimane. Questa notizia mi ha totalmente colto di sorpresa e mi sono sentita spiazzata dal fatto che l’Università abbia detto che questo costituisce soltanto uno svantaggio minore.
Il Direttore del progetto dei rinnovi della Student Union, Jeff Quackenbush, ha accesso a molte risorse e spazi al campus, ma ha scelto di mettere degli oggetti nel posto che per noi e’ piu’ speciale. Il Collegian è molto di più di un club, è un bene molto prezioso dell’Università, che attira studenti e gli spinge ad essere impegnati al scuola, me compresa. Non sono da sola nel mio sgomento derivato dall’insuccesso nel comunicare questo trasferimento, né sono contenta di questa decisione.
Mi e’ difficile comprendere il perche’ professionisti accademici e i direttori del progetto che possiedono un margine di spesa abbastanza alto, non riesscano a trovare accesso a un posto diverso per creare magazzino in un campus più grande di 1,400 acri. Nessuna informazione concreta o un punto di contatto sono stati dati ai membri della redazione del Collegian, e non c’è stata trasparenza riguardo questo trasferimento. Sono perplessa dal modo in cui l’Università ha gestito la cosa.
La Caporedattrice Hayley Johnson è stata informata solo Venerdi che il Collegian dovrebbe trasferirsi fuori dal nostro spazio designato ormai da più di 30 anni. Johnson si e’ incontrata con il punto di riferimento per il trasferimeto la Domenica successiva alla notizia, ma l’ uomo non ha dato a Johnson ne’ il suo nome completo, ne’ la posizione per il restauro o l’indirizzo email. Dopo essersi incontrata con Justin, la persona responsabile per il trasferimento, è stato concordato che il Collegian avrebbe avuto un periodo di grazia per finire la settimana prossima nell’ufficio e copletare cosi’ la produzione fino alla fine del semestre.
Ma nessun periodo di grazia è stato concesso. Il giorno seguente, sono andata alla redazione per trovare un mucchio di computer lasciati nel centro del pavimento dove una volta si trovavano sei scrivanie. Ci sono mucchi di sporcizia, oggetti lasciati disordinatamente ovunque e sopratutto, è stato più che chiaro che nel trasferimento non ci e’ stata data nessuna considerazione. Sono state appese rapidamente delle mensole nel nostro ufficio, e uno strato di polvere ricopre lo spazio, e sempre più oggetti sono scomparsi.
Mentre il semestre volge al termine, i membri della redazione del Collegian si uniscono per togliere le foto, i ritagli di notizie, e i poster dal muro della redazione. I nostri archivi sono stati conservati e la porta con le firme degli ex allievi sara’ tolta dai suoi cardini. Continueremo a produrre il giornale in un nuovo spazio più piccolo, anche se non ci sentiremo mai davvero come a casa.
Quando il restauro della Student Union sara’ completato, il Collegian si trasferirà ufficialmente in un ufficio nuovo di zecca. Il cambiamento è una buona cosa e sarà migliore avere computer che funzionano costantemente e un divano che ha visto un pò meno, nel prossimo futuro. Ma il cambiamento è anche difficile, e il processo di lasciare la nostra redazione non è stato reso più facile dall’Università.
Morgan Reppert può essere raggiunta a [email protected].
Alessia Guglielmi e’ una traduttrice del Dipartimento di Italiano e puo’essere raggiunta a [email protected].
Eleonora Pellicano e’ un’editrice del Dipartimento di Italiano e puo’ essere raggiunta a [email protected].